Localizzazione di software: resource & program files

localización en traducción

Fin dal mio primo articolo vi ho parlato della localizzazione come di un “adattamento culturale” oltre che linguistico; ma in pratica quali sono gli strumenti informatici che si possono localizzare?

Ne possiamo di certo citare quattro, i più importanti:

  • software
  • guide in linea
  • documentazione
  • pagine web

Come certamente saprete, un computer è quasi sempre costituito, in aggiunta al sistema operativo, da software applicativi, ovvero programmi che non sono indispensabili per il funzionamento del sistema informatico, ma utili per specifiche funzioni; tra questi si possono ad esempio ricordare i programmi di videoscrittura, i fogli di calcolo e i software di gestione della posta elettronica, strumenti quindi di largo uso la cui localizzazione è oggi fortemente consigliata.

Ma cosa deve essere tradotto?

In generale, localizzare un applicativo significa agire sulla sua interfaccia grafica (GUI, Graphical User Interface), cioè sulla parte del programma che è visibile all’utente; un software necessita così, in genere, della localizzazione dei seguenti elementi:

  • finestre di dialogo: sono finestre usate per modificare preferenze ed impostazioni;
  • menu: sono finestre o liste a cascata usate per scegliere comandi, opzioni oppure per accedere alle finestre di dialogo;
  • bottoni;
  • messaggi d’errore e di stato: sono stringhe di testo che contengono informazioni.

Questi elementi sono di solito inseriti in file di risorse (resource files con estensione .RC o .DLG) distinti dal codice del programma per facilitarne la traduzione; altre volte i traduttori devono lavorare direttamente nei file del programma (program files .DLL o .EXE).

L’approccio alla traduzione sarà quindi estremamente differente nei due casi:

  1. i file di risorse sono completamente testuali e contengono tutti i componenti localizzabili dell’applicazione; si possono tradurre con qualsiasi editor di testo e, dopo la traduzione, spesso devono essere compilati in file binari;
  2. i file di programma devono essere tradotti in editor appositi con il vantaggio di vedere, parallelamente alle modifiche, il risultato.

I file di risorse contengono quindi tutte le informazioni dell’interfaccia di un’applicazione e, una volta tradotte, queste devono essere compilate in file di programma usando software come Microsoft Visual C o Borland C.

translation and localization

Nei file di risorse bisogna tradurre solo alcune delle parti tra virgolette, mentre il resto del codice non va modificato. Ma vediamo un esempio:

rc_MainWindow DIALOG 12, 24, 244, 185

STYLE DS_ABSALIGN | DS_MODALFRAME | WS_OVERLAPPED | WS_CAPTION

| WS_SYSMENU | WS_MINIMIZEBOX

CLASS «DDETest»

CAPTION «DDE Test»

FONT 8, «Helv»

BEGIN

LTEXT «&Service: «, -1, 6, 14, 27, 8, WS_CHILD | WS_VISIBLE | WS_GROUP

CONTROL «», dl_ServiceEBox, «COMBOBOX», CBS_DROPDOWN | CBS_AUTOH

SCROLL | WS_CHILD | WS_VISIBLE | WS_VSCROLL | WS_TABSTOP, 36, 12,

60, 130

PUSHBUTTON «Po&ke», dl_PokeBtn, 96, 164, 36, 12, WS_CHILD | WS_VISIBLE |

WS_TABSTOP PUSHBUTTON «&Close», IDCANCEL, 141, 164, 36, 12, WS_CHILD |

WS_VISIBLE | WS_TABSTOP

END

I termini sottolineati nell’estratto del file sono quelli da tradurre, ma non bisogna confondersi e modificare, ad esempio, “Helv” che si riferisce alla tipologia del carattere. Per quanto riguarda il significato degli altri termini:

  • DIALOG si agisce su una finestra di dialogo;
  • LTEXT indica le opzioni in una finestra di dialogo;
  • CONTROL produce i radio buttons;
  • PUSHBUTTON crea un bottone,

mentre tra quelli non presenti in questo esempio si possono citare:

  • GROUPBOX che dà il titolo a un campo specifico;
  • MENU che identifica l’oggetto omonimo;
  • MENUITEM si usa per tutti gli elementi del menu.

Per quanto riguarda i numeri che seguono i testi da tradurre, questi rappresentano informazioni sulle dimensioni e la grandezza dell’elemento; in genere, queste indicazioni non vanno modificate, ma, in caso di grosse differenze tra la lunghezza delle parole nella lingua di partenza rispetto alla lingua d’arrivo, bisogna valutare la possibilità di ridimensionare gli oggetti.

Oltre alla traduzione del testo, tuttavia, bisogna considerare altre problematiche come l’uso dei codici mnemonici o acceleratori (hot keys); queste combinazioni infatti dipendono dalla lingua dell’applicazione, in quanto se in inglese si utilizza ALT + O (open) per aprire dal menu file, in italiano lo stesso risultato si otterrà tramite ALT + A (apri). Ciò dimostra l’importanza di localizzare anche questi dettagli che, se trascurati, renderebbero difficile un uso di questi comandi da parte di un utente italiano; tuttavia, la creazione degli hot key è molto semplice: basta inserire una & davanti al carattere che attiverà l’acceleratore.

Códigos mnemónicos en localización y traducción

Simile al problema dei codici mnemonici è quello dei control o shortcut keys, anche se la soluzione è diversa; infatti, la maggior parte dei localizzatori lascia invariate le combinazioni in tutte le lingue, soprattutto per i tasti funzionali. In entrambi i casi, tuttavia, bisogna sottolineare l’importanza dell’unicità delle combinazioni, cosa che si può verificare a localizzazione terminata tramite programmi automatici.

Le cose si complicano quando si tratta di tradurre stringhe di testo, tra cui messaggi d’errore e di stato.

STRINGTABLE FIXED IMPURE

BEGIN

103 “Can’t find record %s.”

105 “%d%% complete”

107 “Do you want to save changes to %1?”

..

109 “Changes page layout settings \nPage Setup”

114 “NUM”

END

In questo esempio, la parola STRINGTABLE indica che questa parte del file contiene stringhe che possono contenere:

  • messaggi d’errore (nr. 103);
  • messaggi di stato (nr. 105);
  • domande (nr. 107);
  • aiuti o messaggi della barra di stato (nr. 109);
  • modalità della tastiera (nr. 114).

Come si nota facilmente dall’esempio, le stringhe spesso contengono parametri variabili che si riconoscono dall’uso del % che, a loro, volta vengono sostituiti da altre parole, valori o intere stringhe; ad esempio, la stringa nr. 107 potrebbe diventare “Do you want to save changes to documento.doc?”.

Questo dimostra che la traduzione delle stringhe è un’operazione tutt’altro che semplice poiché:

  • spesso non si riesce a capire il contesto in cui collocare il messaggio, soprattutto nel caso di stringhe composte da una parola; la stringa “None” infatti può essere tradotta in moltissimi modi che dipendono dalla situazione in cui si usa;
  • si produce spesso il problema della gestione dei plurali; se in inglese abbiamo la seguente situazione:

“Copying %d file%s.”

“Copying %d folder%s.”

“s”

Ciò significa che si aggiungerà la lettera s quando %d è più di uno. Questa soluzione è tuttavia valida solo in inglese, mentre nelle lingue flesse si crea il problema del genere (maschile o femminile);

  • c’è inoltre da considerare l’uso dei codici di controllo che gestiscono la formattazione; tra i più usati si ricordi \n (nr. 109) per andare a capo, \t per la tabulazione e \r per l’avanzamento di una

interlinea;

  • bisogna considerare i problemi di concatenazione delle stringhe.

Per quanto riguarda i file di programma, non è invece possibile effettuare la localizzazione in un normale editor, ma vanno usate apposite applicazioni quali Microsoft App Studio, Microsoft Developer Studio o Borland Resource Workshop; spesse volte queste applicazioni sono in grado di gestire anche i file di risorsa, il che aiuta il traduttore/localizzatore a non intervenire per sbaglio sul codice.

Ma quali sono i software più localizzati e che richiedono un approccio  particolare o funzionalità specifiche? Nel prossimo articolo vi parlerò della localizzazione di videogiochi, applicativi per la medicina e gestionali. A presto!


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Comentarios

4 respuestas a «Localizzazione di software: resource & program files»

  1. Avatar de Borja

    Hola Olga, como siempre…¡enorabuena! La verdad es que al estar en italiano me ha sido algo difícil entenderlo, pero he cogido las ideas generales. Me parece muy interesante este artículo, y como no soy especialista en el campo tengo algunas dudas. Según he entendido, se localiza o traduce por etiquetas de código fuente, ¿no es así? La pregunta es, si el asistente de traducción nos diferencia todas las etiquetas traducibles. ¿Hay software libre para localizar?

    Un cordial saludo.

    Borja

    1. Avatar de zchicca
      zchicca

      Hola Borja, disculpa el retraso.
      Te confirmo que el asistente de traducción marca todos los TAGs que non tienen que ser traducidos.
      Si bien se pueden utilizar los CAT tradicionales (por ej. Trados Studio) es mejor localizar con programas específicos (por ej. Passolo – pero no es gratuito) que permiten visualizar el resultado final de manera gráfica y modificar elementos de la GUI (por ej. botones, ventanas…). Con respecto a los sw libres: http://sourceforge.net/directory/development/l10n/os:windows/

    2. Avatar de zchicca
      zchicca

      Hola Borja, disculpa el retraso.
      Te confirmo que el asistente de traducción marca todos los TAGs que no tienen que ser traducidos.
      Si bien se pueden utilizar los CAT tradicionales (por ej. Trados Studio) es mejor localizar con programas específicos (por ej. Passolo – pero no es gratuito) que permiten visualizar el resultado final de manera gráfica y modificar elementos de la GUI (por ej. botones, ventanas…). Con respecto a los sw libres: http://sourceforge.net/directory/development/l10n/os:windows/
      Saludos
      Chiara

  2. […] avervi parlato del funzionamento della localizzazione di software, questa settimana mi vorrei soffermare sulle peculiarità di alcune tipologie di software che […]

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